La seduzione del corpo femminile
nell’arte del 900
Roma, Galleria nazionale d’arte moderna
5 giugno – 5 ottobre 2014
La Galleria nazionale d’arte moderna presenta una rassegna dal titolo La seduzione del corpo femminile nell’arte del 900 (oppure: Seduzione e femminilità nell’arte del 900), che comprende una selezione di circa 130 opere, provenienti dalle collezioni della Galleria.
Il percorso si articola in cinque sezioni dedicate a particolari aspetti della seduzione esercitata dal corpo femminile così come molti artisti, spesso diversissimi tra loro, l’hanno interpretata, convergendo verso una prospettiva “deformante” che ne esprime la forza travolgente e per certi aspetti eversiva. Si innesta qui la provocatoria lettura che della seduzione ha offerto il sociologo francese Jean Baudrillard, secondo il quale essa non appartiene alla sfera della natura, ma a quella dell’artificio ed insieme a quella del segno e del rituale.
La prima sezione, dal titolo “le belle apparenze”, presenta opere in cui il nudo femminile, quantunque esaltato da linee morbide e sinuose, e da pose languide e accoglienti, proprie della rappresentazione “classica” del tema, viene ormai già declinato nel linguaggio inquieto delle avanguardie, in fuga da norme e convenzioni, alla ricerca semmai di trasgressione e provocazione, che in Modigliani , autore di raffigurazioni femminili tra le più sensuali e, appunto, seducenti, e nelle modelle fotografate in pose provocanti da Man Ray trovano esiti dirompenti.
La seconda sezione, intitolata “seduzione/sedizione”, introduce alla eclissi del corpo, alla progressiva destrutturazione, nell’arte, della figura. Nelle opere , tra gli altri, di Gino Severini, Giuseppe Capogrossi, Carlo Carrà, Renato Guttuso, Manzù, Victor Brauner, Eric Heckel, Joan Mirò, Enrico Prampolini, il genere artistico del nudo femminile viene riformulato secondo logiche diverse dal naturalismo. Ora l’arte ha come fine la continua sperimentazione che persegue servendosi del geometrismo, del monumentalismo, del dinamismo e della scomposizione cubista. Gli autori di area surrealista, ben presenti nella rassegna grazie al fondo donato al museo da Arturo Schwarz nel 1998, offrono spesso un’immagine fortemente deformata della sessualità femminile. Infatti, la leggibilità della realtà è intaccata dall’interferenza dell’inconscio, conducendo all’autodistruzione ed alla cancellazione del corpo così come tradizionalmente l’arte l’aveva raffigurato, sino alla sua deformazione ai limiti del mostruoso.
La terza, dedicata all’“oggetto del desiderio”, attesta come la seduzione assuma le forme di particolari anatomici sessuali, ma anche di oggetti-feticcio. Si parte dalla rappresentazione di parti anatomiche femminili, spesso decontestualizzate, per giungere agli oggetti comuni investiti di implicazioni erotiche: dalla bambola di Hans Bellmer, alla donna-scarpa di Salvador Dalì , all’Objet mobile di Max Ernst.
La sezione “la bella e la bestia” allude all’incontro, e alla sovrapposizione dell’elemento umano con quello animale, o comunque non umano. E’ una confusione che ha sempre attratto e spaventato, e che nel gioco della seduzione esercitata dal nudo femminile, offre molteplici approdi: dall’inconscio e dall’automatismo di Surrealisti come Breton e Masson al simbolismo di Picasso.
“La bella addormentata”, infine, è il titolo dell’ultima sezione, che allude all’attrazione esercitata dal corpo femminile abbandonato nel sonno, fra vulnerabilità e passività. Il tema, trattato sin dall’antichità, raggiunge in molte delle opere qui presentate un effetto straniante, come nei nudi trattati con linearità arcaizzante da Modigliani o nelle ninfe dormienti di Giorgio De Chirico.
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