PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI
dal 11 al 16 gennaio 2011
"Avevo un bel pallone rosso”
di Angela Demattè
regia Carmelo Rifici
con Andrea Castelli e Angela Demattè
scene Guido Buganza
costumi Margherita Baldoni
musiche Ferdinando Baroffio
luci Lorenzo Carlucci
Teatro Stabile di Bolzano
Premio Riccione per il Teatro 2009
Dall’11 al 16 gennaio è in scena il Piccolo Eliseo Patroni Griffi “Avevo un bel pallone rosso”, testo di Angela Demattè vincitore del Premio Riccione per il Teatro 2009. La regia dello spettacolo è affidata a Carmelo Rifici.
Un padre e sua figlia, Margherita. Parlano e tentano di confrontarsi mese per mese, anno per anno sugli studi universitari, sulla passione di Margherita per la politica e su Renato, suo futuro marito. Una famiglia borghese e cattolica di Trento, un padre premuroso e all’antica, una figlia che diventerà presto Mara Cagol, fondatrice delle Brigate Rosse. Uno spettacolo sorprendente e nuovo della giovane autrice e attrice trentina Angela Demattè, che affronta in maniera profonda e inconsueta la tragedia del terrorismo con le sue vittime innocenti, i furori giovanili, gli “anni di piombo” che hanno bruciato un’intera generazione e l’incomunicabilità tra padri e figli. Un dialogo a due voci, che si ascoltano senza riuscire mai a comprendersi fino in fondo, scandito dalla cronaca degli anni più bui del nostro recente passato. “Avevo un bel pallone rosso” è il testo che si è aggiudicato il Premio Riccione per il Teatro 2009, il più prestigioso riconoscimento italiano per la drammaturgia contemporanea. Il Teatro Stabile di Bolzano lo mette ora in scena per la prima volta, seguendo la sua vocazione alla promozione degli autori del nostro tempo.
Come evidenziato dalla giuria del Premio Riccione, presieduta da Umberto Orsini e composta da Valerio Binasco, Andrea De Rosa, Rodolfo di Giammarco, Federica Fracassi, Cesare Lievi, Piero Maccarinelli, Fausto Paravidino, Lorenzo Pavolini e Ottavia Piccolo, “la pièce attraverso il rapporto tra un padre e una figlia, Mara Cagol fondatrice delle BR, riesce ad affrontare uno snodo cruciale della storia italiana, che ha aperto una ferita non ancora rimarginata nella nostra coscienza civile. Il conflitto generazionale più classico tra supposta saggezza della tradizione e furori giovanili trova una singolare consistenza teatrale nel sapiente uso della lingua, in una dinamica di tensione tra l’impianto dialettale, che permette la comunicazione familiare, e l’inadeguatezza di una lingua nazionale che la interrompe. Sorprendono la straordinaria capacità di trasmettere emozioni profonde e insieme lo studio documentaristico che la giovane autrice ha condotto proponendo alla nostra attenzione materiali parzialmente rimossi”.
Dal 1965 al 1975: dieci anni in cui Margherita Cagol, studentessa di sociologia appassionata di politica, diventa Mara Cagol, si trasferisce a Milano, entra in clandestinità e fonda assieme al marito Renato Curcio le Brigate Rosse. Dieci anni in cui il rapporto tra Margherita e suo padre viene mano a mano a dissolversi e le parole che padre e figlia si rivolgono nel dialetto della loro città, si svuotano in grandi silenzi privi di speranza, che verranno sopraffatti dall’annuncio televisivo della morte della Cagol in uno scontro a fuoco con le forze dell’ordine il 5 giugno 1975. 
Andrea Castelli, interpreta Carlo Cagol, il padre. A vestire i panni di Margherita – Mara Cagol, la stessa autrice, Angela Demattè. La regia è di Carmelo Rifici, giovane collaboratore di Luca Ronconi e vincitore del Premio Eti Olimpici del Teatro 2009 come miglior regista dell’anno e del Premio della Critica 2009 per “I pretendenti” di Lagarce diretto per il Piccolo Teatro di Milano.
La tournée
Roma, Piccolo Teatro Eliseo Patroni Griffi, 11-16 gennaio 2011
Milano, Teatro Litta, 18-30 gennaio 2011
Vipiteno, Teatro Comunale, 31 gennaio 2011
Merano, Teatro Puccini, 1 febbraio 2011
Bressanone, Forum, 2 febbraio 2011
San Giacomo di Laives, Aula Magna, 4 febbraio 2011

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